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Sport a Roma

28 agosto 2020
Un Calcio alla tradizione
Tra norme anti Covid e business, i tifosi stanno scomparendo

Uno sport sempre più distante dalla gente, autentico motore primo del circo “pallonaro”, che fatica ormai a riconoscersi nelle persone che dovrebbero invece rappresentarla.

Malumori, insofferenze, incomprensioni. Questo e tanto altro ancora è quello che sta emergendo di recente nel calcio italiano, trascinando quel che rimane di un grande fenomeno sociale che aggregava milioni di persone in una crisi sempre più profonda.

E il riferimento qui non è solo al delicato (eufemismo) momento economico e sanitario in cui versa il Paese e quindi anche il sistema calcio, quanto a una crisi morale e quindi valoriale, di rapporti lacerati, di promesse deluse, di rappresentatività illusorie.

Quella che una volta era la tua squadra, ora non c’è più. Meglio, esiste come brand, come entità metafisica e finanziaria, mai concreta: non puoi esserci dal vivo, in alcun modo. E non ti ci  riconosci più come una volta, come fosse un eterno specchio dell’anima.

Spesso era tramandata da padre in figlio, o da uno zio, un parente, un amico di famiglia, o semplicemente perché vedendo per la prima volta quei colori o provando un’emozione per un gol, decidesti che era quella lì la squadra nella quale ti riconoscevi, la tua scelta l’avevi fatta, impossibile cambiare o tornare indietro.

I responsabili che hanno il privilegio di gestire e prendersi cura di questi migliaia e migliaia di sentimenti, diremmo quasi di queste “anime calcistiche”, dovrebbero agire rappresentandoli, in quanto presidenti o autorevoli dirigenti.

Perché ogni squadra e ogni tifoseria ha le sue tradizioni, se vogliamo una sua specifica “collocazione sociale” all’interno del football, che deve essere rispettata e della quale il primo dirigente deve essere il custode, non ergendosi sovrastante sulla volontà popolare, ma continuando semplicemente il percorso avviato dai suoi predecessori e legato a doppio filo alle radici del club che rappresenta.

Usi e costumi gettati via. Come prendere in mano vecchi album di famiglia e buttarli nel fuoco di un caminetto acceso per riscaldare i piedi di tycoon senza cuore, intenti all’affarismo più spietato e camuffato da frasi ad effetto.

Falsa retorica per stolti, inebriati dal mondo virtuale, represso e mercificato d’oggi.

Iene mal travestite da agnelli. Anticristi del nostro vecchio football.

 


articolo inserito da: Raniero Mercuri
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