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Parrocchia a Palombara Sabina 23 ottobre 2020 Restaurato l’affresco dell’Apoteosi di San Biagio L’opera del 1856 è del pittore Raffaele Casnedi
La chiesa di San Biagio è stata interessata nello scorso mese di luglio dai lavori di restauro degli affreschi del catino absidale, raffiguranti l’apoteosi di San Biagio e sullo sfondo, in basso, il suo martirio. L’opera, assai pregevole, venne eseguita nel 1856 dal pittore lombardo Raffaele Casnedi, in occasione del ribaltamento della chiesa. Il restauro è stato eseguito con eccelsa professionalità dai professori Fabio Sigismondo e Marlene Sergio della Ars Labor di Roma, con la supervisione della dottoressa Isabella Del Frate della soprintendenza delle Belle arti di Roma (area Patrimonio storico e artistico). I lavori di ripulitura e fissaggio non sono stati circoscritti alla sola opera pittorica, ma hanno riguardato l’intera cappella absidale, che oggi è possibile ammirare in tutta la sua rinnovata bellezza e di cui se ne vedeva l’assoluta necessità. Merito per un impegno così artisticamente delicato e considerevole per i risvolti economici, va riconosciuto al parroco di San Biagio don Luigi De Angelis e al vice parroco padre Bruno Epinat, che si sono assunti un così gravoso compito in un periodo, peraltro, assai poco propizio per le restrizioni sanitarie nazionali, causa Covid-19, che si sono riflesse in modo pesante nelle capacità della chiesa per le celebrazioni quotidiane, domenicali e nelle festività sacre più importanti della santa Pasqua e della Madonna della Neve. Il costo complessivo del lavoro è ammontato a circa 27.000 euro, di cui ben 10.000 a carico della parrocchia, mentre per la parte rimanente il parroco don Luigi ha fatto affidamento sulla generosità dei palombaresi, che hanno risposto in modo lodevole con offerte dei fedeli e di alcune associazioni. Ma di cammino ce n’è ancora da percorrere e … la cassetta delle offerte in fondo alla chiesa è sempre lì disponibile a ricordarlo. Ed ora brevi cenni storici indispensabili per valorizzare maggiormente la chiesa e far capire ai cittadini quanto sia importante contribuire a mantenere questa ricchezza nel suo aspetto artistico e storico. Nel 1856 la chiesa di San Biagio subì una trasformazione epocale con il ribaltamento della facciata nella parte opposta a quella primitiva dell’angusta piazzetta del vecchio rione di Porta Nuova. Un’idea e una visione, quella dell’arciprete don Lorenzo Bernasconi, veramente geniale e avveniristica verso la Palombara del ventesimo secolo. Ad affrescare la chiesa venne chiamato un giovane pittore lombardo, il 32enne Raffaele Casnedi, che in quegli anni era a Roma perché vincitore del “Premio Roma”; un periodo, quindi, di studio e formazione che negli anni successivi gli valse la cattedra nella prestigiosa Accademia di Brera a Milano. Il lavoro da portare a termine era considerevole e il tempo limitato, per cui ricorse all’aiuto di Francesco Verda di Lucano (forse un amico pittore) e anche del palombarese Francesco Valenti, un imbianchino molto qualificato, ricompensato per il suo lavoro con scudi 83,25. Per le pitture dell’abside e della navata grande i due artisti non pretesero nessun pagamento. Si accontentarono solo di una regalia e di un conveniente alloggio in casa di Filippo Possenti, al quale venne riconosciuto un compenso di 30 scudi. Alla fine, tutto compreso, tra regalia, alloggio, acquisto dei colori e altro materiale, il costo delle opere pittoriche della chiesa e della tinteggiatura della facciata ammontò a 700 scudi e 8 baiocchi. La costruzione della volta appiattì molto l’intera struttura per cui per renderla più equilibrata ed armonica, nel 1887, l’arciprete don Lorenzo Bernasconi si decise ad abbassare di un metro il pavimento della navata centrale. Nell’occasione venne riportata alla luce la sottostante cella medievale. Tra il 1943 e il 1944, in pieno periodo di guerra e di occupazione tedesca, l’arciprete don Lorenzo De Angelis mise mano a una corposa ristrutturazione della chiesa, che evidentemente ne aveva assoluto bisogno. Per tali lavori, don Lorenzo si avvalse dell’opera del professor Alberto Albani che curò il restauro del capolavoro del Casnedi ed eseguì altre decorazioni. Si applicarono inoltre lastre di travertino, in basso, nelle navate laterali e nelle colonne centrali e queste ultime, probabilmente per uniformità, furono ridecorate dello stesso colore di questa pietra, ma questo portò alla cancellazione, sulle stesse colonne, dei bei riquadri di finto marmo rosso (come da cartolina d’epoca). La storia della chiesa di San Biagio è molto ricca e interessante e monsignor Bruno Marchetti ce l’ha fatta rivivere nei suoi due preziosi volumi pubblicati per il comune di Palombara Sabina Statutum Palumbariae 1562 e Palombara Sabina – Il cammino di un popolo tracciato dai vescovi sabini.
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