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Sociale a Palombara Sabina

25 marzo 2020
"Tempu de coronavirus", la poesia dell'insegnante Liliana Tassi
Un racconto culturale di un paese che vive i giorni della pandemia con speranza


In questi giorni dove l’emergenza Coronavirus occupa il nostro tempo e il nostro spazio come fosse un tirannico invasore della quotidianità, la cultura non cede ai difficilissimi eventi. Vive sottotraccia ma feconda nelle case dei cittadini italiani che la amano e la coltivano ogni giorno, con la stessa cura che si riserva a una pianta simbolo di speranza. Questo simbolo dell’intelligenza che resiste produce musica, arte, scritti e poesie. In Italia, come nella Sabina romana.
In particolare a Palombara Sabina si utilizza il dialetto, a tutti gli effetti una lingua stando agli studi di questi anni della linguistica, con acume e capacità descrittive per raccontare il paese al tempo della pandemia mondiale. Il testo che racchiude il racconto di giorni spigolosi è una poesia dell’insegnante Liliana Tassi, capace di descrivere con la sua metrica ritmata e dialettale la cronaca al tempo del coronavirus, in palombarese.
La professoressa Anna Maria Alboni e suo marito Angelo Gomelino, socio dell’Associazione culturale “La Palombella” e curatore di un bellissimo archivio storico della cittadina di Palombara Sabina, presentano la figura culturale dell’autrice e il fine della sua opera poetica: «Liliana Tassi, poetessa dialettale palombarese, non poteva farsi sfuggire questa occasione per raccontare con quella sua caratteristica e affettuosa ironia questo momento così tragico in cui tutti, proprio tutti, sono stati travolti da un incubo: un invisibile virus ha sconvolto la nostra quotidianità, dimostrando la fragilità dell’uomo e il suo essere in balia di un qualcosa che non è possibile ancora controllare e sconfiggere. E allora Liliana, facendo ricorso alla sua vena poetica, ha voluto descrivere come il paese affronta e cerca di superare questo momento e trasfondere, così, un messaggio di fiducia e serenità».
Insegnante in pensione da qualche anno, Liliana Tassi non è nuova a queste esperienze letterarie dialettali e da palombarese, innamorata del suo paese, ha scritto molto sui vari aspetti della quotidianità del tempo che fu.

Pubblichiamo integralmente la sua poesia in dialetto palombarese:


Tempu de coronavirus
Prima l’emo pigghiata alla liggera,
pe’ strada u giorno, l’aperitivo a sera,
battute, baci, abbracci, ’ndifferenza,
senza penz’a gnisciuna conseguenza.
Dicemo sempre “O male … mancu ai cani!”
ma spissu e volentieri nu italiani,
capimo e cose quann’è troppu tardi
e tra ’ncoscenza e parecchi ritardi,
ce semo cominciati a resvegghià,
ma a situazzio’… già stev’a peggiora’.
Allora eccoce tutti più obbedienti,
esaggerati e a vòte ’ntransiggenti!
N fila a comprasse guanti, mascherine,
disinfettanti, spiritu, amuchine,
provviste alimentari pe’ ’n par d’anni
e ’nvece de fa bbe’ … facemo danni.
Tocc’a st’a cchiodo ’n se sa quantu tempu
eppure tanti ’ngura non ce sentu!
Se non stemo isolati e barricati,
rischiemo tutti d’esse contaggiati.
Se de coronavirus ce ’nfettemo,
po’ esse pure che non a redicemo!
M’a sta chiusi davendro se scapoccia,
emo da esse forti come roccia!
E nu già semo tantu fortunati,
penzemo po’ a chi cura l’ammalati?
Rischia ’gni ggiorno e spissu ’n po’ fa gnente,
a nni spidali mòre ’n saccu ’e ggente!
L’Italia ormai è tutta ’n quarantena,
ma da ’che giorno, a mezzuggiorno o a cena,
chidunu pe’ reaggi’ a ’sta situazzio’,
se ’ffatta d’a finestra o da u balco’
e tacc’a sona’ l’Inno Nazionale
o canta “Bella ciao”, ’ntona “Volare”.
So’ quilli ’n po’ più allegri e positivi,
e pianu pianu tant’ari se fau vivi
e respunnu cantenno pure issi
a quisti che so’ appuntamenti fissi.
È triste non potesse più ’bbraccia’,
streggnese, baciasse, chiacchiara’.
Ce mancanu i contatti co’ i parénti,
l’amici cari, o co’ i conoscenti
e non ce basta ’na videochiamata,
perché è a presenza che ce v’è vietata.
Ma quistu è ’n sacrificiu che va fattu,
chi se nne frega è veramente mattu!
Se cce credemo fenirrà tuttu bbe’,
però dipenderrà da me e da te,
e quanno po’ tuttu sarrà fenitu,
n ci o scordemo quello ch’emo capitu.
Semo tutti parte de ’na comunità
e quanno serve c’emo da juta’!


Marzo 2020 Liliana Tassi




articolo inserito da: Matteo Quaglini
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