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Sociale a Roma 27 aprile 2020 Le verità negate La propaganda ai tempi del coronavirus Eretici del dogma di
Stato. Visionari affabulatori, sciamani incompiuti o mercanti schizofrenici di
“fake news”. Chiamateli come volete. O come vogliono. Di chi parliamo? Di scienziati.
Avete capito bene. La loro colpa? Aver espresso liberamente un parere
scientifico, assumendo posizioni diverse da quelle che ci vengono continuamente
propinate dai virologi “di Stato”, intaccando un ordine strategico-comunicativo
definito ormai da tempo. Per questo perseguibili e
perseguiti, dannati e condannati dalla miglior rappresentazione moderna
dell’Inquisizione medievale, che non prevede il rogo soltanto perché obbligati
al distanziamento sociale. D’altronde, è stato proprio il professor Burioni (sì,
lo stesso delle «zero possibilità di contagio in Italia») a dichiarare
recentemente «la necessità di condividere la strategia comunicativa con
l’Ordine dei giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale… con le
testate radio-televisive…». Un inno alla libertà di espressione, no? Luc Montagnier, Giulio
Tarro. Solo per citare i due eretici più in vista. La propaganda ufficiale li
ha condannati a damnatio memoriae, come
chi, nell’antica Roma, non si allineava al potere, cancellandone per sempre
ogni traccia. In questo caso,
attraverso le censure dei soliti e indiscutibili ordini medico-scientifici
nonché farmaceutici, con la complicità di quella parte di giornalismo ascaro e
prono al potente, che getta vilmente fango su carriera, studi e traguardi
raggiunti da chi professionalmente non la pensa come potere scientifico
comanda. «Andate a guardare il loro curriculum...» hanno inveito. Detto, fatto. Luc
Montagnier, premio Nobel in Medicina nel 2008, scoprì il virus dell’Hiv. In
questi giorni ha dichiarato: «un gruppo di ricercatori
indiani ha cercato di pubblicare un’analisi che mostrava che il genoma completo
di questo virus ha sequenze di un altro virus e che, sorpresa per me, è il
virus Hiv. Ritengo che il
governo cinese faciliterebbe molto le cose se riconoscesse cos’è successo nel
suo laboratorio di Wuhan. Questo è stato pubblicato prima dal
gruppo in India ma sono stati obbligati a ritirare, perché c’è un’enorme
pressione. Ma la verità scientifica finisce sempre per emergere. I complottisti sono nel campo opposto, fra chi
nasconde la verità». Passiamo
a Giulio Tarro, premiato negli States nel 2018 come “virologo dell’anno”,
candidato al Nobel per la Medicina nel 2015 e primo a isolare anni fa il
vibrione del colera a Napoli. Le sue parole: «Il virus può essere controllato
con le normali misure igieniche e con la diffusione degli anticorpi:
la dimensione del contagio verrà abbattuta dal cambio di clima indotto dalla
stagione estiva, anche al nord. Il fattore climatico è senza dubbio fortissimo
nella diffusione di questa epidemia». Non
vogliamo farci mancare nulla, per cui accogliamo l’invito delle autorità
mediche a osservare altri curriculum. Uno su tutti: Walter Gualtiero Ricciardi,
un altro dei volti che ospitiamo da due mesi nelle nostre case. Rigettato
qualche giorno fa dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), dice di lui
l’attrice Stefania Sandrelli: «Era molto carino, bellino e divertente». Dove?
Nei film dell’indimenticabile Mario Merola. Altre domande? Non
è finita: è stato brutalmente tacciato come “fake news” anche un servizio di
approfondimento giornalistico di “TG3
Leonardo” datato 16/11/2015, in cui venivano avanzati seri dubbi sulla
pericolosità di un nuovo virus studiato nei laboratori di Wuhan. Ancora: tre
giorni fa, addirittura un articolo di “Il
Sole 24 Ore”, che analizzava dati ISTAT(Istituto nazionale di statistica)
in merito all’anomalia nei numeri delle vittime comunicate, è stato censurato
dall’Ordine dei giornalisti, costringendo il direttore del giornale a
frettolose rettifiche. In
fondo, rivendichiamo semplicemente il diritto a non veder infangate opinioni di
scienziati autorevoli che, senza entrare nel merito della ragione scientifica
che non ci appartiene, ci limitiamo ad ascoltare come cittadini liberi. Già, la
libertà. Termine ormai sconosciuto da quasi due mesi, confuso spesso con senso
civico e responsabilità, oppressi come siamo da reclusione, droni, tracciamenti
e inseguimenti in spiagge deserte. Tutto
questo mentre i nostri giovani sono sempre più anestetizzati e compressi tra
smartphone e computer e il diktat del distanziamento sociale sarà presto
inserito nell’articolo 1 di una Costituzione violentata tra il silenzio-assenso
generale. Nel
frattempo, apprendiamo che già nel 2015 diversi uomini d’affari e politici
predissero una pandemia per questi anni. Già, non i medici. Tra questi Bill
Gates, che oggi generosamente si offre di finanziare un vaccino mondiale
salvifico per l’umanità. Quando
questo avverrà, tra il giubilo di menti stolte, ci tornerà in mente un vecchio
e caro adagio di cui è ricca la storia. I vili che si dichiarano eroi.
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