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Cultura a Monterotondo 05 luglio 2021 Viaggi in Sabina: Monterotondo Settima tappa del nostro percorso tra le bellezze della regione Quarantaduemila abitanti.
Già basterebbe questo importante dato statistico per dare l’idea della
grandezza, nel senso di ampiezza territoriale, di uno dei comuni più
caratteristici della Sabina. Attenzione però, perché
non è assolutamente solo numeri imponenti Monterotondo. Ma è quantità unita a
qualità rare, sotto tanti aspetti e caratterizzazioni. Prima di tutto: dov’è? A
circa venticinque km da Roma, lungo le vie Salaria e Nomentana. Poi, te la
ritrovi lì: grande nella sua particolarità, accogliente nella sua gente. Come dimostra la storia
di questo comune. Ma anche il mito che l’avvolge: pensate che nella mitologia
romana arcaica e post arcaica Monterotondo, al tempo Eretum, importante centro sabino, si caratterizza per la forte
opposizione a Enea, fondatore di Roma in fuga dopo la sanguinosa guerra
troiana. Abbandonando il mito ed
entrando nella storia, nel corso del Duecento, in piena epoca basso medievale,
fu terra della nobile e ricchissima famiglia Orsini, che aveva, in larga parte
della regione sabina, diversi possedimenti. Senza dubbio,
Monterotondo era il più grande e quindi il più prestigioso. Poi, nei secoli,
toccò ad altre influenti famiglie mettere le mani sulla cittadina, a cominciare
dai Barberini, a cui certamente si deve la costruzione quasi ininterrotta di
chiese e monumenti, che ancora oggi abbiamo la fortuna di ammirare. Poi, agli
inizi dell’Ottocento, secolo dei grandi moti rivoluzionari e libertari che
segnarono tutta Europa inclusa Roma e il Lazio, Monterotondo fu possedimento
dei Boncompagni. Il Novecento poi, colloca
di diritto la città nel circolo elitario dei comuni laziali insigniti della
medaglia d’argento al valor militare per gli atti eroici compiuti durante la
seconda guerra mondiale (riconoscimento ricevuto nel 1978). Potremmo andare avanti
ore a elencare tutte le iniziative sociali e quindi culturali, sportive e di
ogni genere di cui Monterotondo è stata ed è protagonista assoluta. Nel nostro settimo
viaggio, c’è certamente posto per la visita a palazzo Orsini-Barberini, di
chiarissimo stile rinascimentale e sede del municipio. Continuando, a
Monterotondo Scalo è un sacrilegio non entrare all’interno del Museo Storico,
posto nella Torre Civica. Ancora, tutta d’un fiato,
la basilica di Santa Maria Maddalena, a piazza Papa Giovanni Paolo II: il
campanile e la facciata in stile barocco segnano l’incanto dell’intero
complesso. Il santuario di San
Rocco, di metà Cinquecento, ci mostra il meraviglioso mosaico sacro
rinascimentale che orna l’altare maggiore e il quadro raffigurante la Madonna
del diluvio e delle grazie, davanti al
quale si resta davvero a bocca aperta. Chiudiamo un viaggio che
non finirebbe mai con la famosa piazza dei Leoni, al centro della quale la
fontana dei quattro leoni si erge in tutta la sua solennità. Se non siete ancora stati
a Monterotondo, anche solo per una breve visita, non vi siete persi tanto. Vi
siete persi tutto.
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