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Sport a Roma

30 agosto 2021
Serie A, sette povere sorelle
Partito il campionato 2021-2022

Eppure le assomigliano un po’. A chi? Alle indimenticabili “sette sorelle” del calcio italiano di vent’anni fa, a cavallo tra il 1998 e il 2000. Ultimi accecanti anni dorati di acquisti boom come fuochi artificiali e soldi artificiosi, tra plusvalenze, passaporti taroccati da ricerche esilaranti di trisavoli italici per “naturalizzare” e mandare in campo un extracomunitario in più, presidenti focosi e spesso furenti (vedi alla voce Gaucci e Zamparini). Era uno spasso. Quell’ultimo giro di giostra del vecchio calcio lo ricordiamo bene, ancora popolare per larghi tratti. Ci manca molto, soprattutto pensando alle nuove dinamiche del mondo d’oggi.

C’erano sette squadre piene zeppe di campioni: la Juve di Del Piero e Zidane, il Milan di Pippo Inzaghi e Shevchenko, l’Inter di Vieri e Ronaldo, la Lazio di Nesta e Nedved, il Parma di Cannavaro e Crespo, la Fiorentina di Rui Costa e Mijatovic, la Roma di Totti e Batistuta. Le ribattezzammo “sette sorelle” perché ognuna, in qualche modo, avrebbe avuto le carte in regola per vincere lo Scudetto. E noi, tra stadi pieni e polemiche senza fine, sognavamo un po’.

Oggi, con stadi in parte riaperti e sette squadre che si presentano ai nastri di partenza con un potenziale più o meno simile tra loro, non riteniamo un sacrilegio l’accostamento. Certo, Parma e Fiorentina sono state sostituite da Napoli e Atalanta, a farci polemizzare non c’è più un guardalinee ma il Var e soprattutto di campioni veri ce ne sono molto meno della metà rispetto ad allora. Ma tant’è.

La grande differenza tra ieri ed oggi? Che il calcio italiano si è drasticamente impoverito rispetto ad altri due o tre campionati esteri. Travolto dalla crisi economica e dalla solita gestione deficitaria di tutto il circo pallonaro.

Dalle sette povere sorelle di oggi non ci aspettiamo nessun fuoco d’artificio. Soltanto un po’ di divertimento in anni tremendamente bui.

Non ci sono più le vallette scosciate di quel genio di Biscardi, amato e odiato ma sempre seguito da milioni di appassionati nel suo “Processo”.

Oggi c’è Dazn, internet, lo streaming. Di “pallone” non si parla più.

Le vallette scosciate però ci sono ancora. Ma ce ne rendiamo conto un po’ per volta. Tempo che finisce di caricare.


articolo inserito da: Raniero Mercuri
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