Sei su sei. Conterà poco, forse. Tuttavia le prime sei giornate di campionato certificano una prima, seppur provvisoria, sentenza: il Napoli di Spalletti sta letteralmente volando, passeggiando sulle macerie delle squadre che finora, dopo le prime sei partite di campionato, si è trovato davanti.

Sei vittorie. E quasi tutte nette, senza storia.

Se nelle prime due giornate un po’ tutti abbiamo applaudito un buon inizio di stagione, vedendo gli azzurri mandare al tappeto il Venezia in casa nella gara d’esordio e poi il Genoa a Marassi a pochi minuti dal termine, ora tutti ci leviamo il cappello dinanzi all’avanzare fragoroso dei partenopei. Che, dalla terza giornata alla sesta, le hanno date di santa ragione a tutti quanti. Anche ad ottime squadre.

Nell’ordine: alla terza è toccato alla Vecchia Signora bianconera cedere il passo agli azzurri, complice la giornata no del portiere juventino e il gol al minuto ottantacinque di Koulibaly. Lì Napoli è entrata in un sogno.  In pieno svolgimento. La città si è appena addormentata e non intende affatto svegliarsi. Non ora almeno. Se ne riparlerà, chissà, magari a maggio 2022.

Nella quarta giornata gli undici di Spalletti ne fanno quattro a domicilio all’Udinese, ancora stordita.

Poi, ancora in trasferta, a Genova, casa Samp, altro poker. Prestazione devastante e blucerchiati, ottima squadra, spazzati via.

Infine, ma forse è solo l’inizio, il due a zero al Cagliari all’ombra del Vesuvio.

Ci vengono in mente tre cose: la prima è che è esploso Osimhen. Segna a tutti, segna in ogni modo. Una vera valanga di goal.

Il secondo pensiero è che il merito maggiore è del tecnico Spalletti, che ha saputo finora trarre il meglio dai suoi giocatori.

Terzo pensiero. O forse, il primo. Ci piace pensare che lassù, da qualche parte, ci sia un argentino napoletano che sorride.

Come chi sa già come andrà a finire questa storia.